Mi chiamo Alessandra, sono toscana, ma da ormai molti anni vivo sulle Alpi. Amo cucinare – in tutta sincerità soprattutto quando mi viene la giusta ispirazione – e ho una vera passione per libri di cucina, servizi di piatti e per pentole e casseruole di ogni tipo, che poi non so mai dove mettere. Ho imparato guardando mia mamma e mia nonna, ma già la mia bisnonna Cesira agli inizi del Novecento aveva una trattoria e chissà, magari è proprio da lei che ho ereditato la passione per l’ospitalità e la cucina. La mia giudice più severa è senz’altro mia figlia Clarissa, 14 anni: per lei cucino soprattutto i piatti semplici della mia infanzia a Livorno, città crocevia di tante culture diverse, in un inevitabile mix con la cucina ebraica e medio-orientale e talvolta invece prendo ispirazione dai prodotti della Valle in cui abitiamo. E proprio questo vorrei raccontarvi, un po’ per volta. Qualche anno fa in un saggio di Gian Luigi Beccaria*, in una nota a piè di pagina, ho trovato questa curiosa definizione:
“per indicare il cuoco (…) la lingua greca possedeva la parola magheiros, che originariamente si riallacciava all’incantatore, al mago, quasi che il cuoco fosse un addetto a funzioni di culto, di cerimonia, di sacrificio”.
Gian Luigi Beccaria
Io ritrovo questa magia ogni volta che cucino per le persone che amo o quando qualcuno cucina con attenzione per me, che sia un amico o uno chef. Ah, dimenticavo, ci sono due ingredienti nel nome del mio Blog: lo zenzero, che per i livornesi altro non è che il peperoncino e il salmastro, perché nel mio cuore c’è sempre il meraviglioso profumo di mare della mia città.
*Gian Luigi Beccaria, Misticanze pag 115 , ed.Garzanti.